AbduLlah ibn Ma’mar al-Qaysia racconta:
– Un anno, feci il pellegrinaggio e poi entrai una notte nella moschea di Medina per rendere visita alla tomba del Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui).
In questa notte, mentre ero seduto tra la tomba e la sedia, sentii dei gemiti che cercai di ascoltare meglio.
[…]
Poi la voce smise di farsi sentire, e non riuscivo a capire da dove fosse provenuta.
In seguito, i pianti e i singhiozzi ripresero.
[…]
Andai a cercare la fonte di questi lamenti, ma il loro autore non si rese conto [della mia presenza] se non quando mi sedetti al suo fianco. Vidi allora che si trattava di un uomo molto giovane, le cui lacrime avevano scavato dei solchi sulle sue guance. (altro…)