Dicono che sia l’albero dei giovani sposi…

AbduLlah ibn Ma’mar al-Qaysia racconta:

– Un anno, feci il pellegrinaggio e poi entrai una notte nella moschea di Medina per rendere visita alla tomba del Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui).
In questa notte, mentre ero seduto tra la tomba e la sedia, sentii dei gemiti che cercai di ascoltare meglio.
[…]
Poi la voce smise di farsi sentire, e non riuscivo a capire da dove fosse provenuta.
In seguito, i pianti e i singhiozzi ripresero.
[…]
Andai a cercare la fonte di questi lamenti, ma il loro autore non si rese conto [della mia presenza] se non quando mi sedetti al suo fianco. Vidi allora che si trattava di un uomo molto giovane, le cui lacrime avevano scavato dei solchi sulle sue guance.

Lo salutai e lui mi disse: “Siediti. Chi sei?”

“AbduLlah Ibn Ma’mar al Qaysi”

“Cosa desideri?”

“Ero seduto nella zona [tra la sedia e la tomba] e la tua voce mi ha attirato…
Che la mia anima ti sia data in riscatto! Cosa provi?”

“Io sono ‘Utbah Ibn Al Hubab Ibn Al Mundhir Ibn Al Jamuh Al Ansari.
Mi recai un giorno alla moschea dei coalizzati e vi compii la preghiera, poi mi allontanai un poco e mi trovai di fronte a delle donne che avanzavano di passo leggero. Tra di loro si trovava una giovane ragazza di una bellezza splendente e perfetta.

Si fermò davanti a me e mi disse: ‘O Utbah! Che ne pensi del fatto di andare verso colui che cerca di venire verso di te?’.
Poi mi lasciò, se ne andò, e da quel momento non ebbi più sue notizie, né la potei ritrovare.
Da allora, ne rimasi sconvolto, e vado errando da un luogo all’altro”.

Poi gridò e perse coscienza. Quando si riprese era come se i suoi zigomi fossero tinti di porpora.

 أراكم بقلبي من بلاد بعيدة *** فيا هل تروني بالفؤاد على بعدي
فؤادي وطرفي يأسفان على كم *** وعندكم روحي وذكركم عندي
ولست ألذ العيش حتى أراكم  *** ولو كنت في الفردوس جنة الخلد

Vi vedo con il mio cuore da contrade lontane
Mi vedete con il cuore, malgrado la mia lontananza?
Il mio cuore e il mio sguardo vi rimpiangono
La mia anima è presso di voi, e presso di me il vostro ricordo
Non apprezzerò la vita finché non vi vedrò
Anche se sarò nel Firdaws o nel paradiso eterno…

Gli dissi:O giovane uomo! Pentiti presso il tuo Signore, e chiediGli perdono per il tuo peccato, poiché i terrori dell’aldilà sono davanti a te”.

Rispose: “Mi consolerò solo quando torneranno i due ‘Aaridaan“. (n.d.t.: espressione per designare l’impossibilità che succeda qualcosa, che ha origine nella scomparsa di due uomini di ‘Anazah partiti per una ricerca).

Restai con lui fino a che apparse l’alba, e gli dissi: “Andiamo alla moschea dei coalizzati, può darsi che Allah allevierà il tuo tormento”.
Mi rispose: “Lo spero, se Allah vuole, e con la benedizione della tua comparsa”.
Partimmo quindi, fino a giungere [alla meta], dove lo sentii dire:

 يا للرجال ليوم الأربعاء أما *** ينفك يحدث لي بعد النهار طربا
ما إن يزال غزال منه يقلقني *** يأتي إلى مسجد الأحزاب منتقبا
يخبر الناس إن الأجر همته *** وما أنا طالبا للأجر محتسبا
لو كان يبغي ثوابا ما أتى صلفا *** مضمخا بفتيت المسك مختضبا

Se solo in questo mercoledì gli uomini
Non si fossero dispersi per annunciarmi una gioia
Come una gazzella per la quale mi consumo d’amore
E che si reca alla moschea dei coalizzati con il viso velato
Egli dice alle persone che cerca la ricompensa
Ma non cerca il bene né spera la ricompensa
Se desiderasse la ricompensa non sarebbe venuto vantandosi
Rivestito con briciole di muschio e tinto

Poi ci sedemmo fino a compiere la preghiera del Dhohr, ed è allora che delle donne arrivarono, ma la ragazza non si trovava tra di loro.
Si fermarono davanti a lui e gli dissero: “Che dici di colei che cerca di raggiungerti e ti rende così malinconico?”
“Che ne è di lei?”
“Suo padre l’ha portata verso le contrade di Samawah”.

Interrogai [le donne] riguardo la ragazza, ed esse mi risposero: “Si tratta di Rayya figlia di al-Ghitrif as-Sulami”.
Utbah alzò la testa verso di loro disse:

 خليلي ريا قد أجد بكورها *** وسارت إلى أرض السماوة وغيرها
خليلي إني قد غشيت من البكى *** فهل عند غيري مقلة أستعيرها

La mia amata Rayya mi ha preceduto di nuovo
E la sua carovana è partita verso le contrade di Samawah
La mia amata, i miei pianti mi hanno fatto perdere la vista
Posso dunque chiedere in prestito gli occhi di un altro?

Gli dissi: “Sono venuto con molto denaro che volevo dare ai poveri che non mendicano.
Per Allah, li spenderò per te, finché non sarai più che soddisfatto. Andiamo allora alla moschea degli Ansar”.

Ci andammo, fino a giungere davanti ad un gruppo tra di essi [gli Ansar]; li salutai e mi risposero nel miglior modo.
Dissi loro: “O gente! Che pensate di ‘Utbah e di suo padre?”
“Fanno parte dell’élite degli arabi”
“Ebbene lui è stato colpito da un dramma a causa della passione, e desidero solo il vostro aiuto affinché possiamo raggiungere Samawah”.
“Siamo al tuo servizio”.

Ci mettemmo in sella, fino ad arrivare alle dimore della tribù di Sulaym.
Si annunciò a al-Ghitrif il nostro arrivo, e lui venne verso di noi per accoglierci.
Disse: “Pace su di voi, nobili genti”.
“Anche a te che Allah dia la pace, siamo i tuoi ospiti”.
“Siete nella più generosa delle dimore. O gente di ‘Ubayd, sistemate queste persone”.

Adagiarono tappeti e cuscini, compirono dei sacrifici [di animali, per mangiare], ma dicemmo: “Mangeremo solo quando avrai risposto alla nostra richiesta”.
“Di cosa si tratta?”
“Chiediamo la tua nobile figlia in sposa per ‘Utbah ibn al Hubab ibn al Mundhir”.
“La decisione spetta a colei che chiedete in sposa, entrerò da lei e la informerò di questo”.

Entrò adirato da sua figlia, la quale gli disse: “O padre mio! Perché mai vedo l’ira sul tuo volto?”
“Gli Ansar sono venuti a trovarmi per chiederti in sposa”.
“Costoro sono persone nobili per i quali il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha chiesto perdono. Chi mi chiede tra di loro?”
“‘Utbah ibn al Hubab”.
“Per Allah, ho sentito dire che ‘Utbah rispetta i suoi patti, e che raggiunge sempre gli obiettivi che gli vengono imposti”.
“Ho giurato che non ti farò mai sposare con lui, perché mi hanno detto che gli hai rivolto la parola”.
“Questo non è vero, ma poiché hai prestato giuramento, gli Ansar non accettano il rifuso disonorante, declina quindi con cortesia”.
“Come?”
“Richiedi una dote elevata, così se ne andranno e non accetteranno”.
“Hai detto bene”.

Uscì prontamente e disse: “La ragazza è d’accordo, ma chiedo una dote di valore equivalente al suo, chi se ne occuperà?”
Dissi: “Io. Chiedi ciò che vuoi”.
“Mille mithqal (unità di misura) di oro, cento vestiti di stoffa, e cinque flaconi di ambra”.
“Avrai tutto ciò. Ho quindi risposto alla tua domanda?”
“Sì”.

Inviai un gruppo degli Ansar a Medina, ed essi portarono tutto ciò che era stato chiesto, si fece il pranzo di nozze, e restammo [alla festa a Samawah] numerosi giorni.

Poi dissi [a ‘Utbah]: “Prendi la tua sposa, e partite insieme”.
La sistemarono su una lettiga accompagnata da trenta bestie caricate con utensili e regali.

Salutammo la gente e ci mettemmo in viaggio.

Ma, quando ci restava solo una tappa da percorrere per arrivare a Medina, vedemmo arrivare una truppa che caricava nella nostra direzione, che pensavo appartenesse a [la tribù] Sulaym.

‘Utbah si lanciò contro di loro, uccise numerosi uomini, ne ferì altri, poi tornò con una ferita dalla quale sgorgava sangue.
Cadde a terra e svenne […].

La truppa si allontano, mentre ‘Utbah era passato dalla vita alla morte.
Esclamammo “O ‘Utbah!”.

La ragazza [sua sposa] ci sentì, scese dalla sua cammella, gettò un grido di dolore e disse:

 تصبرت لا أني ثبرت وإنما *** أعلل نفسي أنها بك لاحقة
فلو أنصفت روحي لكانت إلى الردى *** أمامك من دون البرية سابقة
فما أحد بعدي وبعدك منصف *** خليلا ولا نفس لنفس موافقة

Ho perseverato, senza pazientare, però
Davo speranza alla mia anima che ti avrebbe raggiunto
Se la mia anima fosse giusta, ti avrebbe
preceduto nella morte.
Dopo te e me, nessuno sarà davvero
amato, e nessuna anima sarà in armonia con un’altra.

Poi gridò e morì.

Scavammo una sola tomba per loro, e li seppellimmo insieme; poi tornai a Medina, dove restai sette anni.

Partii poi per il Hijaz e, tornando verso Medina, mi dissi: “Per Allah, visiterò la tomba di ‘Utbah”.
Mi recai sulla tomba e vi trovai un albero coperto di fasce rosse e gialle.
Chiesi alla gente del posto: “Cosa si dice di quest’albero?”

Risposero: “Dicono che sia l’albero dei giovani sposi”…

Ibn Qayyim Al Jawziyya
[Peccati e guarigione pp.303-306]
Traduzione a cura di alghurabaa.net