Algeria: terra d’Islam?

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La domanda:

Qual è la vostra opinione riguardo una persona che non fa differenza tra l’Algeria e l’Inghilterra e qualsiasi altro paese europeo miscredente? E quando le si domanda se è permesso viaggiare verso un paese miscredente, risponde: “Dove credi di essere ora?”

La risposta:

Lode ad Allah e che la pace e le benedizioni di Allah siano su colui dopo il quale non ci sarà più alcun profeta, così come sulla sua famiglia e i suoi compagni fino al Giorno della Resurrezione. Detto questo:

Paragonare l’Algeria ad un paese miscredente, come l’Inghilterra, la Francia o la Germania, è comparare un paese che governa con l’Islam con altri che non governano se non con la miscredenza. E’ dunque un modo di rendere miscredente l’insieme delle persone o l’insieme della società, e nessuno ignora [il fatto] che questo sia contrario alla ‘aqidah (credo) e ai fondamenti di Ahlus-Sunna wal-Jama’ah. Questo è il credo dei Khawarij che dichiarano miscredenti i musulmani (la gente della Qiblah) per il semplice fatto che commettono peccati, minori o maggiori. Questo perché ritengono che le opere facciano parte della fede e siano una condizione della perennità della fede, quindi chi commette un peccato grande esce da ciò che considerano la fede.

Quanto a Ahlus-Sunna wal-Jama’ah, essi nominano coloro che si dirigono verso la Qiblah musulmani e credenti, anche se sono disobbedienti, finché riconoscano ciò con cui è venuto il Profeta صلى الله عليه وسلم, secondo la sua parola rapportata da Anas ibn Malik: “Colui che prega come noi, si dirige verso la nostra Qiblah e mangia i nostri sacrifici è musulmano e ha diritti e doveri equivalenti ai nostri”. E in un’altra versione: “Colui che prega come noi, si dirige verso la nostra Qiblah e mangia i nostri sacrifici è un musulmano che è sotto la protezione di Allah e del Suo Messaggero, non tradite dunque Allah nella Sua protezione” (Al Bukhari, 1/496). Cioè: non tradite il patto che Allah ha sigillato, e non avvicinatevi ai beni, al sangue e all’onore [del musulmano].

Questo hadith mostra il divieto di rendere miscredente l’insieme della società, e bisogna considerare le persone secondo le apparenze: a colui che mostra i segni dell’Islam si applicano le sue regole, finché da egli non proviene nulla di contrario, come rinnegare una cosa autentica con la quale è venuto il Profeta صلى الله عليه وسلم o rendere lecito ciò che Allah ha reso illecito. Ed è per questo che fa parte del credo di Ahlus-Sunnah il fatto di non testimoniare la miscredenza o l’ipocrisia di una persona tra i musulmani finché ciò non appare chiaramente, e dobbiamo affidare ciò che nascondono ad Allah (che li giudicherà per questo). Poiché ci è stato ordinato di agire in funzione delle apparenze, e ci sono state vietate le supposizioni e la ricerca di ciò di cui non abbiamo alcuna conoscenza.

Allah dice [traduzione dei significati]: “O credenti! Evitate di fare troppe congetture, poiché parte della congettura è peccato”. E dice [traduzione dei significati]: “E non seguire ciò su cui non hai conoscenza alcuna. L’udito, la vista e il cuore: su tutto ciò, in verità, si verrà interrogati”.

Tra i difetti della gente dell’innovazione c’è che si dichiarano miscredenti a vicenda. E tra i meriti degli Ahlus-Sunnah c’è che dichiarano peccatori (coloro che commettono peccati) ma non miscredenti per qualsiasi errore commesso; al contrario la fratellanza nella fede prosegue anche con i peccati.

Così, se vediamo nel paese i segni della religione come la doppia testimonianza di fede, il richiamo alla preghiera, il compimento della preghiera, la direzione verso la Qiblah e che si permetta ai suoi abitanti di compierla in tutta sicurezza e non tramite patto di protezione o controllo, allora questo paese sarà considerato come un paese musulmano per Ahlus-Sunnah, e non come una terra di miscredenza, quale è l’opinione della setta dei Mu’tazilah. Anas ibn Malik dichiara che il Profeta di Allah صلى الله عليه وسلم abbia detto: “Mi è stato ordinato di combattere la gente finché non testimoni che non c’è divinità degna di adorazione all’infuori di Allah. Se lo dicono, pregano come noi, si dirigono verso la nostra Qiblah, e sacrificano come noi, allora il loro sangue e i loro beni ci sono vietati, e la loro sorte è presso Allah” (Abu Dawud, 3/101).

Così si vede chiaramente l’errore di colui che non fa alcuna differenza tra i due paesi, mentre crolla l’argomentazione di colui che autorizza l’emigrazione verso i paesi di miscredenza e di sviamento pretendendo che non esista nessuna terra di Islam, pensando di trovare un’argomentazione religiosa nella prima emigrazione dei musulmani verso l’Abissinia dato che Mecca non era a quei tempi una terra d’Islam. E’ sorprendente vedere costoro pretendere di volersi legare a questo periodo in cui a Mecca risiedevano i musulmani con il Profeta صلى الله عليه وسلم in stato di debolezza agli inizi dell’Islam, che avevano quindi emigrato verso l’Abissinia in assenza di terra d’Islam a quell’epoca. Queste persone hanno nonostante tutto tralasciato la pratica delle regole in vigore in questo periodo, [tra cui] la preservazione originale del sangue del miscredente, poiché il sangue dell’essere umano è sacro e non deve essere versato se non con pieno diritto. E si vietava ai musulmani prima dell’emigrazione di iniziare il combattimento, ed era illecito intraprendere battaglie contro i miscredenti sebbene sulla loro miscredenza non ci fossero dubbi. Combatterli era quindi considerato un omicidio senza alcun diritto. Questa regola deve dunque a maggior ragione applicarsi al credente peccatore, o alla persona la cui miscredenza non è chiara! Perché hanno tralasciato l’applicazione dei versetti che esortano alla pazienza nei confronti di coloro che nuocciono ad Allah e al Suo Messaggero quando sono in stato di debolezza e dei versetti che esortano al combattimento quando sono in stato di forza, al posto di riunire l’insieme dei versetti senza pretendere l’abrogazione di ciò che ha più significati e scegliere un’opinione, giacché [se si agisce in tal modo] non c’è più contraddizione tra i versetti?

Questi propositi provengono dalla credenza dei Khawarij che hanno fatto di al-Hakimiyyah (l’applicazione della legge di Allah) una condizione della validità della fede e il senso stesso del Tawhid. Sarebbe a dire che per loro il senso di “La Ilaha illaLlah” è: la sovranità (la legislazione) non appartiene ad altri che Allah. Queste spiegazioni e comprensioni errate sono state diffuse da colui che le ha inventate: Sayyid Qutb. E non c’è nessun dubbio sul fatto che spiegare “La Ilaha IllaLlah” con la sovranità di Allah è contrario alla spiegazione data dai Pii Predecessori, poiché per loro il senso è: “Non c’è altra divinità davvero degna di adorazione all’infuori di Allah”, e ciò secondo la parola di Allah [traduzione dei significati]: “E’ così che Allah è il Vero, e ciò che invocano al di fuori di Lui è il falso; è Allah l’Altissimo, il Grande”.

L’unicità di Allah è il fondamento della legislazione ed è la priorità nell’invito ad Allah, così Allah dice [traduzione dei significati]: “Vi ha legiferato in materia di religione ciò che ha ordinato a Nuh e ai messaggeri dopo di lui, e ciò che abbiamo ordinato ad Ibrahim, Musa e ‘Isa: “Stabilite la religione votando un culto esclusivo ad Allah e non divergete su di essa”. Ciò a cui li chiami (l’unicità nell’adorazione) sembra enorme ai politeisti. Allah sceglie e avvicina a Sé chi vuole e guida verso di Sé colui che si pente”. Non sfugge all’uomo dotato di intelletto che l’ordine di adorare Allah Solo senza associati è un’applicazione della legge di Allah, ed è la prima cosa che hanno ordinato i messaggeri e i profeti per disfare i legami del politeismo, annodati nei petti di coloro che si legavano ad esso, così come la purificazione della terra e delle moschee di Allah dalla sporcizia delle statue e dei mausolei. Così il cammino dell’invito ad Allah inizia con l’unicità prima di ogni altra cosa. “Dì: «Ecco la mia via, io chiamo ad Allah. Con scienza siamo io e coloro che mi seguono. Gloria ad Allah! E non sono tra gli associatori». Questo versetto riassume dunque il senso dell’invito all’unicità di Allah e alla Sua adorazione, Solo e senza associati. Come appare del resto anche nel hadith di Mu’adh ibn Jabal: “«Stai per andare verso un popolo che appartiene alla gente del libro. Chiamali a testimoniare che non c’è divinità davvero degna di culto tranne Allah e che Muhammad è il Suo messaggero. Se acconsentono annuncia loro che Allah ha loro prescritto cinque preghiere nel giorno e nella notte…» (Al Bukhari e Muslim).

Così, fare di Al-Hakimiyyah una condizione della fede porta a dichiarare miscredente in qualsiasi situazione il governatore che si oppone a ciò che Allah ha rivelato, così come i suoi ministri, anche se questi ultimi contestano ciò che fa con il loro cuore o la loro lingua. Non c’è dubbio sul fatto che questa sia una falsa credenza, poiché fare di Al-Hakimiyyah una condizione di validità della fede conduce a negare che l’unicità dell’adorazione e numerosi altri fondamenti come la preghiera ed altre cose ancora facciano parte dell’applicazione di ciò che Allah ha rivelato e dei legami della religione istituiti da Allah. E tutte queste forme di condizione sono false e contrarie alla religione di Allah secondo la parola del Profeta: “I legami dell’Islam saranno disfatti uno dopo l’altro, e ogni volta che un legame sarà disfatto, la gente si legherà al successivo. Il primo ad essere disfatto sarà il legame della Legislazione (di Allah) e l’ultimo sarà il legame della preghiera” (Sahih at-Targhib: 1/369).

Shaikh Muhammad ‘Ali Ferkous حفظه الله
Fonte: Majalis Tadhkiriyyah ‘ala Masa’il Manhajiyyah, p. 58-64

Traduzione a cura di www.alghurabaa.net
Pubblicazione autorizzata dall’amministrazione di www.ferkous.com

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