Autore: Al Imam Ibn Qayyim al Jawziyah
Riferimento: Al Wabil as Sayyib: Vol. 1 PAG. 138
La prima: la categoria di chi opprime se stesso, il negligente, limitato nell’esecuzione dell’abluzione in se, negligente verso i tempi (o orari) stabiliti, i suoi confini e i suoi pilastri.
La seconda: colui che segue i suoi tempi (o orari) stabiliti, i suoi confini, i suoi pilastri esterni e le abluzioni per essa (la preghiera). Tuttavia, egli lotta contro se stesso a causa dei sussurri e dei suoi pensieri, e così è assorbito da essi [sussurri e pensieri].
La terza: una persona che segue i tempi stabiliti, i suoi pilastri e si sforza duramente nel respingere i sussurri e i pensieri che lo distraggono e che lo travolgono, è impegnato negli sforzi contro il suo nemico per impedirgli di rubare la sua preghiera, egli è in preghiera così come nel Jihad.
La quarta: colui che quando è in preghiera perfeziona i suoi diritti, i suoi pilastri ed i suoi confini. Il suo cuore è occupato nella salvaguardia dei suoi confini e nel prevenire il loro annullamento e perdita, anzi tutta la sua attenzione è rivolta nell’eseguirla così come dovrebbe essere, nella sua forma più completa e perfetta, il suo cuore è occupato con la preghiera e nell’adorare con essa il suo Signore, l’Altissimo.
La quinta: colui che esegue la preghiera come la persona precedente, ma oltre a questo, ha preso il suo cuore e lo ha presentato al suo Signore. Egli guarda il suo Signore con il suo cuore, è occupato con Lui totalmente, in massima obbedienza per l’ amore e il rispetto per Lui, è come se vedesse e testimoniasse il suo Signore. Tutti i pensieri e sussurri svaniscono e il velo tra lui e il suo Signore è rimosso. La differenza tra la preghiera di questa persona e quella degli altri, è più grande ed è migliore di tutto ciò che è tra il cielo e la terra, egli è totalmente occupato e felice con il suo Signore nella sua preghiera.
La prima categoria è punita, la seconda è ritenuta responsabile, la terza è perdonata, la quarta è premiata e la quinta è avvicinata al suo Signore, perché ottiene una parte di ciò che ha reso la preghiera un piacere per lui. Dato che colui che è felice con la sua preghiera nella vita di questo mondo, sarà deliziato nell’ essere vicino al suo Signore nell’aldilà, così come l’essere felice con il suo Signore in questa vita, e chi è felice con Allah, qualsiasi cosa sarà felice con lui, e chi non è felice con Allah, l’Altissimo, la sua anima sarà lacerata per la vita di questo mondo in perdita.
Si narra che, quando un servo è in preghiera, Allah il Glorioso dice: “Togli il velo.”, E se il servo si volta Egli dice: “Riponilo”.
Questo ‘allontanamento’ è stato spiegato come l’allontanamento del cuore da Allah l’Eccelso verso altri (oltre che Lui). Quindi, se si gira, il velo è riposto tra lui e il suo Signore e Shaytan entra e gli presenta le questioni terrene, gliele mostra con l’immagine di una donna. Se si voltasse con il cuore verso Allah e non Gli volgesse le spalle, Shaytan non sarebbe in grado di mettersi tra Allah e il cuore, egli (Shaytan) entra solo se il velo è riposto. Se tornasse ad Allah, l’Altissimo, con il cuore, Shaytan sfuggirebbe, e se si allontanasse (da Allah), Shaytan tornerebbe, tale è il suo stato con il suo nemico durante la preghiera.
Traduzione a cura di alghurabaa.net