Non vi è dubbio che Allāh, Gloria a Lui l’Altissimo, abbia legiferato per i musulmani due «`id» (feste), in cambio delle feste dell’epoca della «jāhiliyah» (ignoranza), che raggruppano il «dhikr» (ricordo di Dio) e la «şalāh» (preghiera) ed essi sono «`id al fiţr» e «`id al ađĥā». E ha legiferato altre feste che comprendono le tipologie di «dhikr» e degli atti di culto, come il Venerdì, il giorno di `Arafah e i cosiddetti «giorni di tashrīq» (i tre giorni del mese di «dhi al Ĥijjah» che vanno dall’undici al tredici) e non ha legiferato né il festeggiamento dei compleanni né la ricorrenza del compleanno del Profeta, che Dio lo elogi e lo preservi, né altre feste all’infuori di quelle ricordate.
Piuttosto gli indizi sciaraitici derivanti dal Libro e dalla Sunnah indicano che festeggiare le ricorrenze dei compleanni sia tra le innovazioni eretiche, per ciò che concerne la religione, e tra le imitazioni dei nemici di Dio tra i Giudei, i Nazareni e altri ancora tra i nemici di Allāh, pertanto è obbligatorio per «la gente dell’Islām» tralasciare tutto ciò e starne in guardia, contestarne (la legittimità sciaraitica) a colui che lo festeggi e impedirne la diffusione, o la propaganda che alla radio, nei giornali e nelle televisioni incoraggia a far ciò o illude circa la sua liceità, e questo in base alla parola del Profeta (ﷻ):
«من أحدث في أمرنا هذا ما ليس منه فهو رد»
«Chi innova [qualcosa] in questa nostra faccenda [e cioè nella nostra religione] che non le appartiene, [ciò che ha innovato] sarà rifiutato», autenticato di comune accordo, e ancora in base alla di lui parola, che Dio lo elogi e lo preservi:
« من عمل عملا ليس عليه أمرنا فهو رد»
«Chi compie un azione che non fa parte di questa nostra faccenda, [ciò che ha operato] sarà rifiutato», lo ha riportato Muslim nel suo «Şaĥīĥ», il Bukharī lo ha riportato senza catena di trasmissione [nel suo «Şaĥīĥ»], reputandolo di fatto autentico.
Inoltre in «Şaĥīĥ Muslim» è stato riportato sull’autorità di Jābir, che Dio si compiaccia di lui, che il Profeta (ﷻ) durante il sermone del Venerdì diceva:
«أما بعد فإن خير الحديث كتاب الله وخير الهدي هدي محمد صلى الله عليه وسلم وشر الأمور محدثاتها وكل بدعة ضلالة»
«Per procedere, il miglior discorso è il Libro di Allāh, e la miglior guida la guida di Muĥammed, che Allāh lo elogi e lo preservi, e la peggiore delle faccende è l’innovazione e ogni eresia è deviazione», e i detti [profetici] che hanno questo significato sono molti.
Nel «Musnad» dell’Imām Aĥmed viene riportato, attraverso una catena di trasmissione buona, sull’autorità del figlio di `Umar, che Dio sia soddisfatto di entrambi che il Profeta (ﷻ) disse:
«من تشبه بقوم فهو منهم»
«Colui che imiti [le genti di] un popolo allora è uno di essi», e viene riportato nei due «Şaĥīĥ» [di Bukharī e Muslim] sull’autorità di Sa`id, che Dio sia soddisfatto di lui, che il Profeta (ﷻ) disse:
«لتتبعن سنن من كان قبلكم حذو القذة بالقذة »
«Certamente seguirete le usanze di coloro che vennero prima di voi passo per passo», e in un’altra versione:
«شبرا بشبر وذراعا بذراع حتى لو دخلوا جحر ضب لدخلتموه»
«palmo per palmo, cubito per cubito, tanto che qualora entrassero nella tana di una lucertola vi entrereste anche voi ». Dissero [i suoi compagni, chiedendo chi fossero “coloro che vennero prima”] «i Giudei e i Nazareni?». Rispose «e chi se no?».
In questo senso vi sono altri detti profetici, tutti indicanti l’obbligatorietà di stare in guardia dall’imitazione dei nemici di Allāh per ciò che riguarda le loro feste e non solo. Inoltre la più nobile delle creature e la migliore di esse, il nostro Profeta Muĥammed (ﷻ) non ha mai festeggiato il suo compleanno durante la sua vita, né lo fecero i suoi compagni dopo di lui né i «tabi`ūn» (seguaci) nelle prime tre eccellenti generazioni, che sia su di loro il bene.
Quindi qualora festeggiare il suo compleanno (ﷻ), o festeggiare un compleanno in generale fosse stato un bene, certamente ci avrebbero preceduto in ciò questi ottimi esempi, e certamente il Profeta (ﷻ) lo avrebbe insegnato alla sua comunità o avrebbe incitato a festeggiarlo o lo avrebbe fatto lui stesso. Quindi dal momento che non si trova niente di tutto ciò abbiamo appreso che festeggiare i compleanni fa parte delle innovazioni eretiche nella religione, le quali è obbligatorio lasciare e dalle quali è obbligatorio stare in guardia se si vuole seguire gli ordini di Dio gloria a Lui e del Suo Profeta, che Dio lo elogi e lo preservi.
E ricordano alcuni appartenenti a «la gente della conoscenza» come i primi ad inventare il festeggiamento dei compleanni siano stati gli «sciiti fatimiti» nel quarto secolo (dalla hijrah), dopodiché alcuni appartenenti alla Sunnah li hanno seguiti in questa innovazione eretica sia per ignoranza che per «taqlīd» (imitazione cieca) nei confronti loro, dei Giudei e dei Nazareni. E dopodiché questa eresia si diffuse tra la genti.
Pertanto ciò che è obbligatorio per i Sapienti dei musulmani è rendere chiaro il verdetto di Dio circa questa eresia, contestarla e mettere in guardia da essa per ciò che in conseguenza della sua presenza causa grande depravazione, diffusione dell’eresia, e la sparizione delle «Sunan» (tradizioni profetiche); e anche per ciò che, riguardo ad essa, concerne l’imitazione dei nemici di Dio tra i Giudei i Nazareni e altri tra i vari tipi di miscredenti che si sono abituati a questo genere di festività, e «la gente della conoscenza» ha già scritto, sia in passato che recentemente, su questo argomento e ha reso chiaro la sentenza (ĥukm) di Dio riguardante questa eresia e che la ricompensa di Dio sia su di loro, e che Egli ci renda con benevolenza tra i loro seguaci.
Auspichiamo che questo discorso riassunto sia per i lettori di monito per ciò che riguarda questa eresia, affinché siano consapevoli di questa faccenda. Ho già scritto a proposito di quest’argomento un lungo articolo che è stato più di una volta diffuso sui giornali locali e non solo. E non vi è dubbio che ciò che grava sui responsabili dei nostri governi e sul «Ministero dell’Informazione» in particolar modo, e su tutti i responsabili dei paesi Islamici, sia impedire la diffusione di questa eresia e vietare che si inviti ad essa o, ancora, [impedire] il diffondersi di ciò che illude le genti circa la sua liceità e dare [buoni] consigli per Dio e per [il bene de] i Suoi servi, issandoci con ciò che Dio ha reso obbligatorio per contrastare il male, e contribuendo a risanare le condizioni in cui sono i musulmani e purificarle da ciò che contrasta la pura legislazione islamica. E Allāh è colui che provvede con i Suoi nomi perfetti e i Suoi attributi divini a risanare la condizione dei musulmani e a concedere loro il successo tramite [il loro attaccamento] al Suo Libro e alla Sunnah del Suo Profeta (ﷻ), e attraverso lo stare in guardia da tutto ciò che li contraddice. Ed [Egli è colui che] rinsavisce i loro capi e a da loro successo per mezzo dell’applicazione della legislazione islamica sui Suoi servi, e per mezzo del loro combattere ciò che la contraddice, che invero Lui è il Patrono di tutto ciò, Colui per il Quale tutto ciò è possibile.
Che gli elogi e la protezione di Allāh siano sul nostro Profeta Muĥammed e sui suoi compagni.
[Shaikh Ibn Bāz, che Dio ne abbia Misericordia]
Traduzione di Gabriele Jibril Longo, e che Dio mi perdoni per gli errori di traduzione.
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