Nel nome di Allah, il Misericordioso, Colui che dona Misericordia.
Una domanda alla quale ha risposto Shaykh Muhammad al-‘Uthaymin (che Allah, l’Altissimo, abbia pietà di lui):
Alcuni dicono: “In verità il Messaggero (sallallahu ‘alayhi wa sallam) pregava in moschea e con lui vi erano uomini e donne, senza alcuna separazione/schermo (tra loro). Ed egli (‘alayhis-salatu wa salam) eseguiva spedizioni di guerra e c’erano donne con lui. E alcune delle donne del Profeta (le sue mogli) erano un punto di riferimento per quanto riguarda i verdetti religiosi e la conoscenza. Allora, perché noi impediamo che la donna lavori e/o partecipi alla politica? “
Risposta:
Noi diciamo: tutto questo è vero. Le donne al tempo del Profeta (sallallahu ‘alayhi wa sallam) pregavano senza avere alcuna barriera tra esse e gli uomini, ma il Profeta (sallallahu ‘alayhi wa sallam) ha raccomandato due cose.
La prima cosa che ha detto, “Le loro case sono meglio per loro”. Nonostante la sicurezza della gente in quel periodo. I Compagni erano la migliore delle generazioni, e nonostante ciò il Profeta ha detto: “Le loro case sono meglio per loro”. E questo significa che la preghiera della donna in casa sua è migliore.
In secondo luogo, ha detto: “Le migliori righe (della preghiera) delle donne sono le ultime, e le peggiori sono le prime (righe).” E questo dimostra quanto sia meglio per la donna rimanere lontana dalla miscelazione con gli uomini.
E questa è una questione. Riguardo poi al fatto che non vi fosse alcuna separazione tra loro – le moschee ai tempi del Messaggero (‘alayhis-salatu wa salam) erano come le moschee di oggi in materia di luminosità e/o buona illuminazione? No. E le donne dei Compagni erano come le donne di oggi? No. Le donne dei Compagni, quando il Messaggero (sallallahu ‘alayhi wa ‘ala alihi wa sallam), comandò di dare la carità, iniziarono a lanciare i loro orecchini e bracciali nell’indumento di Bilal. Oggi, se si urlasse così forte, più forte del Athan e fino a quanto la bocca lo consentisse, dicendo: “Date la carità (voi donne)!”, si potrebbe trovare una sola donna dare la carità e dieci no. Quindi c’è una differenza.
Riguardo le donne come riferimento per i verdetti religiosi, chi ha detto che non sia lecito per voi chiedere ad una donna un verdetto religioso (Fatwa)?! Se la donna ha la conoscenza (sufficiente), allora le si può chiedere un verdetto religioso, anche ai tempi attuali. Ma le dovrebbe essere chiesto un verdetto religioso, nonostante sia una donna che espone la sua bellezza (cioè non indossa hijab), e indossa profumi e trucco di fronte agli uomini? No. E noi non impediamo – in questo caso – che una donna che indossi il hijab completo, che copra il viso, le mani, le gambe, tutto, sia seduta nel suo luogo di preghiera, che un uomo arrivi e le chieda un verdetto religioso, ad eccezione però che i due non siano da soli, in privato (khalwah). Noi diciamo, sì, non c’è problema.
In riferimento alla partecipazione delle donne in opinioni e Jihad, allora sì. Ma dovrebbero partecipare con gli uomini negli affari politici?! Non penso che questo sia il caso, mai. E quando ‘Umar (radhi Allahu ‘anhu), dovette risolvere la questione della successione del Khilafah (la leadership), mediante la consultazione (Shura), nominò una donna che vi partecipasse?! Egli non nominò alcuna donna, e non conosciamo nessun’altro che abbia nominato una donna per partecipare (ad una tale decisione politica). E come potrebbe essere possibile per noi nominare una donna per partecipare a vicende politiche importanti quando il Profeta (sallallahu ‘alayhi wa ‘ala alihi wa sallam) ha detto: “Non ho visto nessuno più carente in intelletto e in religione, e che rimuova facilmente la ragione di un uomo prudente, di una di voi (donne). “ Siamo persone intelligenti, lo sappiamo. E se una donna su cento è corretta in qualcosa, poi abbiamo anche il 99% degli uomini che è corretto. E in essi (gli uomini) è ciò che è sufficiente.
Gloria a Te O Allah, nostro Signore, e lode a Te. Testimonio che non c’è nessuno degno di adorazione tranne che Te, chiedo il Tuo perdono, e mi rivolgo a Te in pentimento.
Dal nastro numero 218, da Al-Bab ul-Maftuh
Fonte: Sahab
Traduzione a cura di alghurabaa.net