Le porte del Paradiso sono aperte, le porte dell’Inferno sono chiuse e i nostri nemici maledetti, gli Shayatin, sono stati rinchiusi. Ramadan è su di noi, il mese beato di misericordia, di perdono e di compassione.
Infatti, abbiamo bisogno di questo mese benedetto per poterci immergere nel ricordo di Allah ta’ala, dopo essere stati incuranti, rivolgendo la nostra curiosità all’Aldila’, dopo esserci ritirati nella dunya, leggendo il Libro di Allah che è rimasto intoccato coperto di polvere sui nostri scaffali. Siamo sicuramente sotto ‘stress’, i nostri cuori si sono induriti, abbiamo abbassato la nostra barriera della Taqwa, rincorrendo in qualche modo le nostre fantasie e desideri, ci siamo auniti ai negligenti.
Eppure, l’opportunità si presenta per ritornare ad essere umili, ritornando ad Allah e chiedendo il Suo perdono. Si tratta di un mese in cui si possono purificare i nostri cuori e ci si libera dalla roccaforte della trasgressione. E che cosa è che provoca una tale transizione? Per alcuni può essere la grande congregazione di Muslimin in Salah, un rinnovato senso di gratitudine dopo che il cibo ha toccato le nostre labbra, il trascorrere lunghe notti nella preghiera del Tarawih, il sollevare le mani in du’a qunut e sperando vivamente nella misericordia di Allah ta’ala. E ancora, può essere l’emergere dei Muslimin, i tanti scambi di Salam, i sorrisi e le parole sentite davvero, il riflettere sinceramente sul Corano o l’essere in grado di effettuare itikaf in masjid, vi è un cambiamento nell’aria e può essere facilmente intuito, una brezza di benessere ci supera, cosparsi di Ihsan e Taqwa, e ci sforziamo di ottenere il bene. Improvvisamente ci rendiamo conto che la promessa di Allah è verità, e il timore aumenta con la speranza nella Sua misericordia, noi stessi veneriamo e ricordiamo di più.
I Figli di Adamo trovano spesso scuse per se stessi, le loro colpe e le loro carenze. In verità questo è un ostacolo sulla via del cambiamento. La bellezza del Ramadan è che diminuisce tali ostacoli. La degustazione della dolcezza della fede permette la contemplazione, la riflessione e l’auto-valutazione, in modo tale che si possano diagnosticare le proprie colpe, si possa fare tawbah (pentimento) cercando di porre rimedio alla propria condizione. E quale momento migliore per eseguire una seria risoluzione dei cambiamenti se non nel mese benedetto di Ramadan, quando la melodiosa recitazione del Corano entra nelle nostre orecchie, quando i tuoi occhi guardano i credenti che si riuniscono per adorare il loro Signore, e quando la bocca si astiene da cibi e bevande instillando in te auto-disciplina? Sicuramente, il momento è adesso, ya Muslimin!
Le virtù del Sawm sono molte; le qualità particolari di questa ‘Ibadah si trovano nella sua stretta connessione con Allah ta’ala: Egli dice, “Il Digiuno (Sawm) è per Me e lo ricompenserò.” [Bukhari e Muslim] Questa dichiarazione pone il digiuno ad un livello elevato. Inoltre, il digiuno soffoca i desideri e, in un ultima analisi, è uno scudo per difendersi dall’Inferno. Abu Sa’id al-Khudri riferisce che il Messaggero di Allah salla Allahu ‘alaihi wa sallam, ha dichiarato: “Il digiuno è uno scudo con il quale il servo si protegge dal Fuoco” [Ahmad, Sahih] e allo stesso modo, “Nessun servo digiuna per un giorno sul sentiero di Allah, ad eccezione del fatto che Allah elimina il Fuoco dell’Inferno per settanta anni lontani dal suo volto.” [Bukhari e Muslim] Un altro aspetto unico del Sawm è che la ragione è dietro al comando che è stato dato. Allah, L’Eccelso e L’Altissimo dice nel Nobile Corano:
“O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati”. Surah al-Baqarah 2:183
Quindi la saggezza dietro al digiuno non è solo l’allontanarsi da ciò che è piacevole e dalle cose ammissibili, ma anche un modo per raggiungere la taqwa. Pertanto, la saggezza dietro la prescrizione del digiuno riguarda il fatto che i Musulmani dovrebbero aumentare la loro obbedienza ad Allah ta’ala durante il Ramadan, e diventare così più obbedienti di prima. [1] Così questo mese benedetto facilita i cambiamenti all’interno del credente, così come si cerca di aumentare la venerazione. Avere la conoscenza dei motivi alla base della legislazione dovrebbe motivare il credente ad affrettarsi ad eseguire opere buone, sperando di guadagnare il piacere di Allah ta’ala.
Sappi O Credente che il digiuno non è puramente a livello fisico – astenersi da cibo e bevande – ma piuttosto il digiuno completo include la promessa di astenersi dagli sguardi, nel controllo della lingua, delle mani, dei piedi, dell’udito e degli occhi, così come il resto delle parti del corpo e dal commettere atti peccaminosi. Colui che digiuna abbassa lo sguardo e salvaguarda la lingua da discorsi ripugnanti che sono vietati, che non piacciono, o che non portano alcun beneficio, così come il controllo del resto delle parti del corpo. [2] Ciò è chiarito in un hadith da al-Bukhari: “Chi non abbandona il discorso falso e agisce in base ad esso, Allah non ha bisogno del suo cibo e delle sue bevande.” [Bukhari]
Proprio come la vita di questo mondo, Ramadan è giunto alla fine. E intanto possiamo lamentarci della conclusione di questo mese benedetto per aver sperimentato un rapporto più stretto con Allah ta’ala e un aumento del livello di iman. Esso ormai può servire come un faro di luce. Forse la chiave sta nella realizzazione di un valido Ramadan in modo da non utilizzare il nostro tempo limitato invano. I Pii Predecessori (as-Salaf us-Salih) chiedevano il perdono di Allah e si pentivano così tanto che è stato riferito che avrebbero supplicato Allah per un periodo di sei mesi affinchè Egli consentisse loro di raggiungere il Ramadan. Se Egli permetteva loro di raggiungere il Ramadan, essi avrebbero digiunato, pregato di notte e supplicato per i sei mesi successivi affinchè Egli accettasse il mese di Ramadan [eseguito da loro].[3] Tale era la loro pietà, e possiamo seguire le loro orme.
Se il musulmano è in uno stato buono dopo Ramadan, esegue molte opere buone e azioni giuste, allora questa è una prova dell’accettazione. Se l’opposto è vero, ed esegue bene con il male, e non appena il Ramadan è finito esegue peccati e volta le spalle all’obbedienza ad Allah, allora questa è una prova che non è stato accettato “.[3] Facciamo si che ‘Eid non sia una celebrazione che simboleggia un ritorno a ciò in cui si era prima, invece alhamdulillah ricordate che vi è stata mostrata la luce radiosa del Ramadan. Non rivedete il percorso tortuoso, ma anzi continuate a seguire questo nur e continuate il viaggio in cerca della bellezza del piacere di Allah, in cerca di Al-Jannah, cercando il Suo Volto.
Ci auguriamo di essere tra la gente della Taqwa, e possa Allah fare tutto ciò . [Amin].
Riferimenti:
[1] ‘Sunnahs Negleted During Ramadhaan’ Shaikh Al-Albani
[2] ‘The Inner Secrets of Fasting’ Imam Ibn Qudamah al-Maqdisi
[3] ‘A Successful Ramadhaan’ Shaikh Salih Al-Fawzan
Traduzione a cura di alghurabaa.net