Spiega lo Shaykh Ibn al Uthaymin – rahimahu Allah – nel suo libro “Al Usul min ‘ilmi al Usul/I Fondamenti della scienza del Usul”, pag. 11–13:
Le qualificazioni delle azioni delle persone che possiedono la responsabilità individuale (Mukallafin) in base a ciò che indica il discorso sharitico (cioé i vari testi della Shari’ah) sono classificate in 5 categorie:
1) Il «wāgib» [l’obbligo]:
Tecnicamente è l’atto che il legislatore ci ha ordinato di eseguire obbligatoriamente, come per esempio le 5 preghiere.
Per quanto riguarda il wagib: colui che esegue sarà ricompensato e invece colu che lo abbandona meriterà il castigo.
2) Il «mandūb» [il meritorio]:
Tecnicamente é l’atto che il legislatore ci ha ordinato di eseguire non obbligatoriamente, come le preghiere volontarie.
E per quanto riguarda il Mandub: colui che lo esegue sarà ricompensato mentre invece colui che lo abbandona non meriterà – nessun – castigo. Si chiama – anche – Sunnah, Mustahabb (consigliato), Nafl (atto volontario).
3) Il «Muharam» [l’illecito]:
Tecnicamente è l’azione proibita che il legislatore ha ordinato di abbandonare obbligatoriamente; come per esempio il disobbedire ai genitori.
Per quanto riguarda l’atto muharram (illecito): colui che lo abbandona sarà ricompensato, e si meriterà il castigo colui che lo esegue.
4) Il «makrūh» [riprovevole]:
Tecnicamente è l’azione proibita dal legislatore ma non in una maniera obbligatoria – come nel caso del muharam – come per esempio prendere e dare gli oggetti con la mano sinistra.
Nel caso del makruh: colui che lo abbandona sarà ricompensato, e colui che lo esegue non sarà punito.
5) Il «mubāĥ» [lecito]:
Tecnicamente è l’atto al quale non vi é correlato un ordinamento – Sharitico – né una proibizione in sé, come per esempio : il mangiare durante la notte nel mese di Ramadan.
Per quanto riguarda l’atto mubah, esso non comporta né ricompensa né castigo fintanto che vi è presente la descrizione di permissibilità.
Traduzione a cura di alGhurabaa.net